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sabato 3 luglio 2010

Giovani ridotti a spot di governo

Il provvedimento della maggioranza sulle comunità giovanili è l’ennesimo spot di governo.                                                       Picierno: "Alto il rischio che i finanziamenti vadano alle comunità amiche"

È approdata in Aula, la proposta di legge presentata dalla Maggioranza a sostegno delle associazioni giovanili, che appare come l’ennesimo spot di questo Governo. L’unico risultato positivo è stata l'integrazione apportata dagli emendamenti del Pd, per il coinvolgimento degli Enti locali nell’Osservatorio nazionale sulle comunità giovanili. Anche in questo contesto il Partito democratico ha operato per promuovere con ogni mezzo la crescita sociale e culturale delle nuove generazioni attraverso la valorizzazione del ruolo dei Comuni, luogo naturale di vita e di incontro dei giovani.

Ha detto Luciana Pedoto, deputata Pd in Commissione Affari sociali: “Gli enti locali devono essere coinvolti nella designazione dei componenti dell’Osservatorio nazionale sulle comunità giovanili. È questo il senso dei nostri emendamenti che sono stati accolti durante la seduta congiunta delle Commissioni Affari Costituzionali e Affari sociali della Camera”.

“Con il nostro contributo– ha proseguito Pedoto – si stabilisce che tra i componenti dell’Osservatorio almeno uno deve essere designato dagli enti locali, conferendo pieno rilievo alla rappresentanza territoriale dei Comuni. Viene anche introdotta la novità, l’intesa con la Conferenza unificata, sede naturale di raccordo tra centro e periferia, sui compiti e finalità dell’Osservatorio.

Ha aggiunto la parlamentare Pd: “Mi auguro che nella fase attuativa della legge venga dato riconoscimento anche agli oltre 20mila giovani amministratori italiani”.

Ha osservato però Pina Picierno, parlamentare Pd: “Qual è la vera proposta del Ministro Meloni? In quanto, la Proposta di legge arrivata in Aula, non riguarda un nuovo sistema di finanziamento delle associazioni giovanili. Non è chiaro se interessi associazioni esistenti o da creare ad hoc. Non si tratta di un investimento nella riqualificazione degli edifici pubblici per farne spazi di aggregazione. Non è nemmeno un programma per promuovere il volontariato, per l’orientamento al lavoro, perché altrimenti si sarebbe cominciato dalle esperienze già esistenti. Infine, non è una riforma dell’associazionismo giovanile: perché non prevede nessun ulteriore spazio di partecipazione democratica dei giovani. Insomma, il provvedimento Meloni, si riduce alla creazione di un ennesimo Osservatorio e dell’ennesimo registro a cui iscrivere le associazioni, rimandando tutto all’ennesimo decreto-legge. Ci auguriamo non sia l’ennesimo tentativo di attribuire fondi pubblici in maniera un pò’ troppo discrezionale”.

Della stessa idea, Fausto Raciti, Segretario nazionale dei Giovani democratici, che nel merito ha espresso ciò che realmente interessa il mondo giovanile: "A noi sta a cuore che le comunità abbiano un'impostazione plurale e che non siano piegabili a strumentalità politiche di sorta e che siano aperte ai temi della solidarietà, della cultura, ai diritti delle persone".




 

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