È la specialità del berlusconismo: mascherare le peggiori schifezze sotto nomi edulcorati.
L’hanno fatto infinite volte, l’ultima chiamando “legittimo impedimento” l’impunità per i potenti. Lo fanno di nuovo con
questa manovra finanziaria, dove il terzo condono edilizio dell’era Berlusconi è ribattezzato come “emersione delle case fantasma”. Ma la sostanza non cambia: con il pretesto di regolarizzare qualche migliaio di vecchi casolari sconosciuti al catasto, si prevede la sanatoria sia fiscale che urbanistica di centinaia di migliaia di abusi edilizi.
La prima a festeggiare per questa scelta è l’ecomafia, vero dominus del cemento illegale: basti dire che due terzi dei comuni campani sciolti dal 1991 a oggi per infiltrazioni criminali sono stati
azzerati per vicende di abusivismo edilizio. Festeggia la criminalità organizzata, passano per fessi i cittadini onesti che hanno costruito rispettando le regole, e pagheranno un dazio pesantissimo tutti
gli italiani. Perché la spirale abusivismo/ condoni colpisce al cuore alcuni dei più rilevanti interessi nazionali. Intanto fa crescere di continuo la condizione di insicurezza abitativa del Paese:
milioni di persone vivono in zone a rischio sismico, vulcanico, idrogeologico dove non si sarebbe
dovuto costruire, o abitano in case abusive che non rispettano i minimi standard di sicurezza statica.
Negli ultimi tre decenni, almeno un quinto di tutte le nuove costruzioni è nato illegale e la percentuale
è almeno doppia nelle regioni meridionali.
Tre condoni generalizzati (1985 Craxi, 1994e 2003Berlusconi) hanno sanato buona parte di questa immensa megalopoli abusiva, il quarto completerà l’opera legalizzando anche gli abusi degli ultimi sette anni. Qualche miliardo di euro l’incasso per il fisco, incomparabilmente maggiori le perdite, anche le perdite economiche. È come se le classi dirigenti, in particolare la destra, per la quale condonare, condonare tutto: abusi edilizi, evasione fiscale, esportazioni di capitali è un irresistibile riflesso pavloviano, s’impegnassero da un quarto di secolo per favorire la devastazione dell’ambiente, del paesaggio, e così facendo minassero uno dei principali punti forza – punto di forza anche economico, competitivo – dell’identità italiana.
Questa cecità è uno dei grandi mali del Paese e un potente alimento per i rischi di declino nazionale.
L’etichetta “bel paese” rappresenta un formidabile marchio di fabbrica per il Made in Italy nel
mondo:trasformarla in pubblicità ingannevole significa lavorare contro il bene comune.
Roberto Della Seta (parlamentare PD)
Manovra, Bersani: “Anche i miliardari devono pagare i sacrifici”
RispondiEliminaUn impianto “che non va”, che “bombarda i redditi medio-bassi e gli investimenti, ma non risolve il problema dei conti pubblici” contro la quale il Pd si batterà e “lavorerà in Parlamento, se non mettono la fiducia, per evitare i guai maggiori”.
In interviste alla Stampa e al Corriere della Sera, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, critica l’azione del governo e assicura che il suo partito “voterà no” alla manovra. Ci voleva “la riforma del fisco. E spostare il carico su rendite, ricchezze ed evasioni, per alleggerirlo su imprese, lavoro e famiglie”. Il governo, dice, “non ha mai avuto una politica economica ma solo di bilancio.
Anche un bambino è capace di fare i tagli lineari”. E poi “sarà pure a trazione Tremonti, ma questi due autisti qui finiranno per sbandare, perché non si è mai visto che al volante si mettano in due”. L’esecutivo, dice il segretario del Pd, “fa come il sarto che sbaglia vestito per due anni consecutivi” e ora corre ai ripari con misure che “peseranno sui cittadini” se “per compensare i tagli gli enti locali metteranno delle tasse. Con una botta così – aggiunge – è ridicolo parlare di federalismo”.
E Tremonti ha “una sorta di dissociazione schizofrenica” perché “fa mostra di avere una filosofia cosmica catastrofista e poi segue le indicazioni ottimistiche, azzurrine come il cielo che fa da sfondo alle sue conferenze stampa, di Berlusconi”. Per il leader dei democratici “é giusto intervenire sui parlamentari ma – si chiede – ai miliardari niente? E a proposito di riforme strutturali perché oltre al taglio degli stipendi non approvano la riduzione del numero dei parlamentari?”.
E’ evidente, aggiunge, “che questi sono solo segnali per indorare la pillola” di una manovra a cui si è arrivati “ai limiti del quadro istituzionale” e che è giustificata in modo “falso” con le richieste dell’Europa.
“L’Ue – attacca Bersani – vuole conti a posto e che non lo siano è responsabilità del governo”. In ogni caso, il Pd aspetta di “vedere le carte, visto che nessuno sa cosa è veramente stato varato dal Consiglio dei ministri”. Poi “andremo alle nostre manifestazioni. Quanto a quelle organizzate da altri”, come lo sciopero generale della Cgil del 12 giugno, “se hanno delle piattaforme coerenti con i nostri programmi ci saremo”.
Il Partito democratico si mobilita in difesa della Scuola. Lunedì i parlamentari del Pd saranno presenti in decine di scuole in tutta Italia per raccogliere indicazioni e dati sulle conseguenze dei tagli del governo ai danni della qualità della scuola pubblica italiana. E’ una mobilitazione che coinvolge tutte le regioni italiane, durante la quale i parlamentari del Pd incontreranno docenti, dirigenti scolastici, studenti, genitori e personale Ata per ascoltare le voci di quelli che Bersani ha definito «eroi moderni».
RispondiEliminaDalle segnalazioni giunte al Pd, emerge un divario sempre più netto fra la politica di smantellamento messa in atto dal governo e l’impegno di studenti e professori per difendere la vera arma per il rilancio del Paese, e cioè l’istruzione pubblica. Molte le denunce alla e-mail del Pd: da Padova segnalano i crediti che lo Stato non restituisce, determinando bilanci in rosso; da Empoli arriva la denuncia della contrazione del numero delle sezioni e l’aumento di alunni per classe; una scuola di Fermo, dove la percentuale di alunni figli di immigrati è dell’80%, evidenzia l’assurdità del tetto al 30%; a Palermo la denuncia di sedi scolastiche non a norma; la crescita esponenziale delle pluriclassi in tutta Italia; i tagli al tempo pieno in Emilia, Lombardia e Veneto, con buona pace della Lega, e così via.
Francesca Puglisi, responsabile scuola della Segreteria Nazionale del Pd, afferma: “Il Pd vuole fare sentire la propria vicinanza al mondo della scuola. La resistenza dei lavoratori della scuola, delle famiglie e degli studenti che subiscono i tagli del Governo, è la nostra battaglia per un Paese più equo”.